giovedì 23 maggio 2013

Nuovo trasloco!!

Ecchime qua!! scusate, non sono scomparsa.. ma mi sono solo trasferita!! No.. non di casa, ci mancherebbe!! No, mi sono spostata di blog e ora mi trovate a questo link  perché sono passata a Wordpress: sono stata tentata di usarlo sin da subito ma pareva difficile, invece poi ho chiesto qualche consiglio ad altri più esperti di me e quando mi sono sentita un po' più sicura nello smanettare con codici ect ho fatto il saltino di là! Su su, correte a visitarlo che poi mi dite cosa ne pensate perché ho cambiato anche il template giochinando e ammattendo (ma come parlo?!) con photoshop.
Per ora non chiuderò questo blog ma logicamente non lo aggiornerò più: quindi se sono inserita nei vostri preferiti ( ahaha.. lasciatemi sognare!! ) o nel vostro blogroll (ma grazie!) fatemi il favore di sostituire il vecchio indirizzo con quello nuovo che è questo: http://buongiornomilwaukee.wordpress.com/.
Se invece siete iscritti per ricevere mail ad ogni post (carini che siete!) non vi arriverà più nulla e dovrete rifare l'iscrizione nel nuovo blog che è velocissima e giuro è anche gratuita, son pure riuscita a inserire il link per il maledetto RSS ..non ho ancora ben capito come funziona ma fortunamente con Wordpress è stato automatico e so che potete seguirmi anche attraverso quello.. insomma non avete scuse!! :)

Dato che sono fresca di passaggio e magari a qualcun'altro può interessare, vi descrivo velocemente come ho fatto il trasferimento da Blogger a Wordpress che è stato semplicissimo e molto più veloce a farlo che a decidersi di effettuarlo:
1 aprite un blog sulla piattaforma Wordpress.com  e scegliete il vostro nuovo indirizzo ( nel mio caso www.buongiornomilwaukee.wordpress.com )
2 scegliete il template che preferite ( ce ne sono parecchi free!) e cimentatevi nella personalizzazione;
3 sempre su Wordpress in strumenti scegliete importa e spuntate la piattaforma blog da dove importare;
4 tornate sul vecchio blog, nel mio caso Blogger, e andate impostazioni, scegliete altro e poi esporta blog: salverete il file sul pc.
5 tornate in Wordpress e caricatelo dove trovate la dicitura  "hai un file di esportazione Blogger?", et voilà: in un batter d'occhio avrete spostato tutto nel nuovo blog!!
6 dovrete controllare se gli articoli sono sistemati di dovere perché le immagini potrebbero avere posizioni differenti ma tutto sommato a me è andata da copione e non ho perso nemmeno un commento ( nel caso li perdiate potrete recuperrli a mano!)
7 le pagine dovrete rifarle ma con un bel copia e incolla si procede velocemente!

Fortunatamente Blogger non chiude o elimina il blog vecchio, a meno che non lo scegliate voi di farlo, e perciò potete lasciarlo aperto (così anche in caso di pentimento è facile tornare indietro!) e rindirizzare con un servizio di Redirect chiunquelo visiti sul nuovo blog. Io devo ancora farlo ho trovato le indicazioni sul sito di Ernesto, ve lo suggerisco perché è molto chiaro e spesso i suoi post mi hanno aiutata nel vari lavoracci di incasinamento restaurazione blog.

Qui io avrei finito.. mi dispiace un pochino lasciare il vecchio blog perché vi assicuro che ci ho perso un sacco di ore nello scoprire come modificare questo o quello ma nel nuovo mi trovo già molto meglio.. perciò nulla..vi aspetto di! ;)

lunedì 20 maggio 2013

Multiculturalità e birilli.

Settimana scorsa siamo andati al bowling! Yuppi!! su su un po’ di entusiasmo per favore che questo sport ( perché è uno sport!) alla sottoscritta piace e anche nel Bel Paese ogni tanto si dilettava a buttar giù birilli, non sempre con risultati entusiasmanti ma nemmeno da far schifo! Provateci: è un gioco di precisione, pazienza, balletti stupidi ed ego tronfi agli strike.. inoltre a parte qualche unghia spezzata non implica eccessivi sforzi. L’invito è partito da colleghi del marito per un bowling vintage, noi l’abbiamo esteso anche ad una ragazza francese che abbiamo conosciuto ed è qui sola soletta per lavoro ed eccoci così di nuovo un gruppo ben assortito composto da due americani, due italiani e tre francesi: mi piace questa multiculturalità!

Il bowling si chiama Landmark Lanes ed è in una zona più a nord est rispetto a noi, in un quartiere carino con locali e molti giovani. Non ho ancora molta confidenza con i nostri compagni di serata quindi spero di non fare una super scivolata con gambe all’aria come mi è capitato al trentesimo compleanno dell’ingegnere in mezzo ad alcuni suoi amici ( penso la peggior figura in vita mia ma lui guadagnò mille punti scivolando di fianco a me per togliermi dall’imbarazzo.. eh?! l’amour!! beh.. diciamo l’amore e l’ebrezza del vino!) fortunatamente tutto procede senza intoppi e facciamo due partite. Il locale è rimasto come una volta, anche se sono curiosa di vederne uno all’avanguardia perché questo si avvicinava abbastanza agli standard bergamaschi, esclusa la mancanza di luci fluo e musica a palla. Nella sala accanto c’era il bar con il biliardo e in una saletta una piccola sala giochi.
Durante la serata è uscito il discorso della criminalità a Milwaukee che ho affrontato con un bel “qua sembra non esserci” subito fischiato! In realtà io mi sento molto sicura, anche nelle escursioni notturne con la nana intorno al condominio come unica anima viva nel mio raggio visivo e mai in nessuna situazione ho percepito in alcun modo il pericolo. Devo ammettere di essere un po’ ingenua su questo lato perché non colgo il pericolo facilmente e sono abbastanza rilassata anche in zone non proprio turistiche: quando sono andata a trovare Andrea in Brasile le ragazze erano tutte senza borsa e con soldi e cellulare in una bustina che tenevano chiusa in un pugno, tutti camminano speditamente e si percepiva frenesia nell’aria ( questo in uno dei quartieri più belli di San Paolo), ma io camminavo serena e non me ne preoccupavo, un po’ con l’aria del figuratisepuòsuccederequalcosaameadesso. Quindi sì, può darsi che non sia così afferrata in queste situazioni e che il mio istinto non funzioni adeguatamente ma l’unica sensazione fastidiosa che mi si è appiccicata addosso appena arrivata era riguardo alle armi. Qui posso circolare molto liberamente e quindi ricordo che il primo mese stavo attenta ai gesti veloci di chiunque oppure quando sorpassavamo una macchina automaticamente guardavo avanti per la paura di far arrabbiare qualcuno e che questo impazzisse. La circolazione così spensierata delle armi non mi lascia tranquilla, anche nei market rimango lontana dal loro reparto perché mi inquieta: il fatto che sia lecito e abituale possederne una e girarci non mi piace. Se la maggior parte delle persone lo ritiene un diritto, io penso che prevenire è meglio di curare e pensare un’arma in mano ad uno squilibrato o ad un inconsapevole bambino o anche ad una persona che in un momento della sua vita è talmente fragile da rasentare la pazzia, e usare quello che ha a portata di mano per gesti inconsueti, mi terrorizza. Comunque in questi tre mesi abbiamo girato qua e là e anche quando siamo capitati in zone più povere tutto mi è sembrato tranquillo: macchine più usurate, finestre rotte riparate alla meglio, giardini meno curati, ma tutto sommato niente di che. Non ci siamo mai stati a notte fonda e probabile non abbiamo visto i quartieri peggiori perché i nostri compagni di bowling ci hanno riferito che ci sono zone molto criminose e pericolose.
Vi ricordate l’incontro con i couchsurfer (lo trovate qui)? Durante la serata, non so come, siamo finiti a parlare di segregazione con un ragazzo laureato in sociologia. Ci ha detto che in America è ancora molto forte e che tra i vari gruppi razziali esistono al momento molte differenze: a Milwaukee ( come in moltissime altre città americane) ci sono dei quartieri esclusivamente di un’etnia nei quali si forma una microeconomia e una microcriminalità autonoma e ci ha indicato il sito Mixed metro dove si può trovare una mappa della diversità e della segregazione in America, se cliccate e inserite lo stato o la città che vi interessa vi apparirà una mappa con più colori che indicano la concentrazioni nella varie zone di ogni gruppo etnico. Ci ha spiegato che oltretutto non si riesce ad uscire da questa divisione perché nelle zone più povere addirittura i collegamenti con i mezzi pubblici verso l’esterno sono pochi e non sono aumentati con il tempo: ad esempio molto facilmente un ragazzo cresce, va a scuola e abiterà in futuro nello stesso quartiere o simile e quasi sicuramente seguirà un’università in cui la percentuale di frequentazione di persone della sua stessa etnia è alta e tutto ciò contribuisce a creare un circolo vizioso che non aiuta l’inserimento. Ci ha stupito molto perché credevamo che almeno i ragazzi della nostra generazione superassero questi ostacoli ma M. ci ha detto che in realtà questi atteggiamenti sono oramai radicati e automatici: l’integrazione avviene con più facilità nelle grandi città ma sempre con fatica. Quando gli ho fatto presente che il loro Presidente è stato votato anche dai bianchi quindi è piaciuto al di là del suo colore, facendo credere quindi che qualcosa stava cambiando, mi ha risposto sorridendo che Lui ha una mamma bianca e questo ha reso il tutto più accettabile e riguardo ai cambiamenti invece in questo campo ne sono stati visti pochi.
Mi rendo conto che decenni di ghettizzazione non possono scomparire in poco tempo: l’educazione, l’istruzione, l’ambiente e le amicizie contribuiscono a delineare una linea di separazione ancora più netta. Non posso fare a meno di pensare all’Italia che negli ultimi anni è stata presa d’assalto con la speranza di una vita migliore e ora si trova a dover prendere coscienza e a metter in atto una multiculturalità a cui ancora molti girano le spalle, non capendo l’inevitabilità di un mondo comune e vario. Ma poi penso anche ai miei bimbi di prima elementare che non vedono alcun colore e alcuna diversità e sono felice dei futuri adulti italiani.

venerdì 17 maggio 2013

Sto imparando.

C’è un tedesco, un portoricano, tre italiani e sette americani.. sembra l’inizio di una barzelletta (cit.) e invece no: è una serata tra couchsurfer (ve ne avevo parlato qui ) ed è stata molto piacevole! Nell’ultima settimana abbiamo creato un evento aperto per incontrarci a bere qualcosa e ci siamo trovati in un locale proposto da un ragazzo prima in quattro e nel giro di mezz’ora eravamo in undici, tra cui un ragazzo di Milano.. quanto è piccolo il mondo?
Il locale è carino, il Foundation Bar è nella zona riverwest ed è tutto in legno con luce soffusa, pesci palla come lampadine e un arredamento in generale che vorrebbe ricordare lo stile jamaicano.. non male!

giovedì 16 maggio 2013

All around the world in Kuwait con Mamme nel Deserto

Ciao Greta, che piacere averti qui a Kuwait City!
Fatto un buon viaggio, pronta per un giro in questa città?
Bè direi che prima di tutto ci vuole una bella  colazione. Abbiamo deciso di portarti nel nostro posto presferito  “Le Pain Quotidien” al Marina Crescent, ogni martedì mattina ci ritroviamo con altre due o tre nostre amiche italiane per scambiare due chiacchere e bere un caffè insieme, mangiare una fantastica “fruit salad” e se proprio abbiamo fame la loro specialità “pane e marmellata”.
Magari lo conosci, A NY c’è. Noi lo adoriamo, sia per gli arredi, stile brasserie sia perché è sul mare.  Non è molto arabo ma che importa?

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mercoledì 15 maggio 2013

Buongiorno Milwaukee..all around the world!

Se mai andaste a Bergamo vi consiglierei di non perdervi Città Alta, ma c’è scritto in tutte le guide turistiche.. di mio potrei aggiungere che se atterraste all’Aeroporto di Orio al Serio, mentre percorrete il pezzettino di superstrada per entrare in città, alzate gli occhi e vedrete le bellissime Mura abbracciare la città; poi non perdete la vista dalle Mura all’ora del tramonto e gironzolate per le  viuzze (attenzione nel mettervi scarpe comode perché il ciottolato non perdona)! Se partiste da Colle Aperto è d’obbligo una fermata da Bar Gelateria “La Marianna” per la colazione o merenda, e addentrandovi ,dopo piazza San Marco, sulla vostra destra apparirà un negozietto super assortito di caramelle del tipo vogliotornarbambina subito. Potrei continuare e soprattutto arricchire di particolari e svelarvi il mio posticino preferito ma magari in un altro post, il senso che volevo trasmettere ora è che sicuramente chi ci vive ha una visione più ampia e vivendo la quotidianità nella città ha avuto modo di scoprire fermate magiche a cui ci si affeziona che possono essere un mercatino nascosto, un giardino fuori mano, un ristorantino un po’ grezzo ma buonissimo, una gelateria eccezionale, una vista spettacolare, una panchina in mezzo al nulla, ect ect. Solitamente quando si visita una città si è sempre un po’ tirati e si rischia di arrivare a sera stremati da lunghe code e vagabondaggio estremo.. noi non seguiamo tutto tutto l’iter alla perfezione: ci segniamo le attrazioni principali e poi ci perdiamo gironzolando per la città. Adoro seguire le indicazioni di chi ci è già stato, meglio ancora se ci vive o c’ha vissuto perché mi sento coinvolta nella vita locale.. tempo fa lessi il libro “La città che profuma di Coriandolo e Cannella” (vi mando su Amazon se siete interessati!) e ne sono rimasta affascinata: ho vissuto Damasco con tutti i cinque sensi e mi è arrivata tutta..
Così nasce questa piccola rubrica “..all around the world” approfittando di tutte le persone che sto conoscendo attraverso il blog che vivono la mia stessa esperienza in città diversissime: vivendo con la speranza di poterle visitare tutte mi porto avanti facendomi accompagnare per mano da loro in questi tour personali e personalizzati per noi.
bmb
Chiunque voglia scrivere della sua nuova home da espatriato ( con o meno blog al seguito!) mi scriva una e-mail buongiornomilwaukee@gmail.com e pubblicherò il suo guest post!
Spero che questa iniziativa vi piaccia perché a me sta appassionando moltissimo e domani si inizia con Mimma e Drusilla di Mamme nel Deserto!
Ringrazio già chi ha aderito perché so che si tratta di un post articolato con foto e gite improvvisate per la vostra città.. grazie davvero per aver trovato il tempo.. ve l’ho già detto che mi avete fatto felice vero?! ;)

venerdì 10 maggio 2013

Bandiere e fumogeni? no grazie, noi birre e hamburger!

Lo sport nazionale italiano? il calcio. Lo sa anche un neonato! Eh sì, perché sicuramente lui avrà nell’armadio una baby casacca della squadra preferita del padre che, sperando in un campione, lo inciterà già nei primi passi a calciare la palla. A cinque anni porterà la divisa dei pulcini e insieme ad altri buffi nanetti rincorrerà una palla enorme non sapendo bene da che parte andare. A dieci avrà già finito 3 album di figurine, litigherà con i compagni sulla propria squadra del cuore e nelle partite in cortile mirerà gli stinchi dei più antipatici. A quindici il sabato pomeriggio avrà la morosina sulle tribune e il padre che gli intima con una foga da infarto di centrare quella benedettissima porta. A venti il genitore si sarà messo il cuore in pace e il figlio sfogherà tutta la sua frustrazione del potevoesserciioincampomamisonfottutotuttiedueilegamenti in compagnie di ultras sfegatati che seguiranno per tutto lo stivale la propria squadra. A venticinque mollerà un po’ la presa per corteggiare una donzella e a trenta, sposato, avrà gli allenamenti di calcio due volte a settimana, la partita il sabato pomeriggio con l’aperitivo post partita, la Champion il sabato sera, la partita da vedere in tv la domenica e la sera seguiranno tutti i programmi tv che ne parlano. Dai trentacinque ai quaranta ci saranno le partitelle a cinque infrasettimanali e il l’imperdibile derby, che appunto non si può assolutamente perdere, e infine si ricomincerà da capo alla nascita del figlio maschio.

lunedì 6 maggio 2013

Carmela

Stamattina sembrava una mattina come tutte le altre e invece.. ma non vi dico di più per scaramanzia.. che cacchio lo scrivi a fare allora? eh lo so.. dovrei imparare dagli americani che non sono per niente superstiziosi e che credono nella fattibilità di qualsiasi cosa ma sono qui da soli tre mesi e ragiono ancora all’italiana!! quindi tengo le dita incrociate, tocco ferro, butto sale a destra e a manca ( solo tre volte era da fare? e dietro le spalle?!).. e mi aggiro per casa come una tarantola impazzita sistemando per la settima volta la penna sul tavolo, passando dal bagno alla cucina alla camera alla ricerca di nonmiricordopiùchecosa mentre aspetto un caffè che sembra farlo apposta a non venir pronto.
L’ingegnere non mi capisce: l’agitazione non rientra nei suoi comportamenti. Io volo da una nuvola all’altra realizzando articolati castelli di carte e lui tiene l’estremità della corda che ho legato in vita, così quando occorre tira e tocco suolo. Lavoro ingrato perché dopo qualche attimo io riprendo il volo e mi faccio altri milioni di film mentali.
Comunque voi mandatemi un pensiero positivo che io all’aurea energetica ci credo un pochetto, grazie e appena ho novità certe vi aggiorno, promesso!

Ah, sì Carmela.. dimenticavo! Carmela è la mia piantina di basilico. Avevo voglia di pesto. Pesto fatto in casa. E siccome non mi piace vincere facile mi sono comprata dei semi di basilico che ho già trapiantato. Sarò paziente e farò crescere il mio basilico e sarà bello e buono e tutti mi impazziranno al sol profumo del mio pesto che arriverà al naso di un magnate che vorrà la mia ricetta per venderlo su scala nazionale. E la mia faccia sarà su tutti gli scaffali d’ America ................
...............   tanta solidarietà al mio ingegnere?  ;)

domenica 5 maggio 2013

Chicago’s photo

Eccomi con le fotografie di Chicago così potete collegare le immagini alle parole.. nell’attesa di scoprire il suo lato caotico tipico di una metropoli l’abbiamo immortalata in una domenica di primavera.
MAGNIFICENT MILEDSCN1087
DSCN1088
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venerdì 3 maggio 2013

Io bloggo, flickro, facebookko, pinteresto, instagrammo e twitto pure!!ps rinchiudetemi! ;)

Questa settimana ho iniziato il mini corso di osservazione fotografica di Cata che mi ha visto aggirarmi con fare sospetto per le vie cittadine cercando i particolari richiesti nell’esercitazione, così concentrata da inciampare due volte di cui una in mezzo ad un incrocio, scontrarmi con un muro un po’ testardo e una signora per niente comprensiva! Ho pestato un paio di volte anche le zampine della mia nana.. paziente accompagnatrice nelle mie avanscoperte. Ma sono viva con una caviglia slogata e vegeta ma soprattutto caricatissima: il corso mi diverte e sto scoprendo tanti piccoli accorgimenti interessanti, ve lo consiglio! ;)
Per poter condividere le foto con Cata ho aperto un account in Flickr (cliccate se volete sbirciare perché ne ho caricate qualcuna ma siate clementi con i commenti perché sono una frana e sto imparando.. insomma.. non scoraggiatemi!!): un nuovo mondo ancora sconosciuto che ha già creato in me una nuova dipendenza, voi lo conoscete? devo ancora impratichirmi nel sfruttarlo nel migliore dei modi ma ho un po’ come tutti i network che sto imparando a utilizzare mi affascina!
Eh sì, perché ora sono un po’ dappertutto  e ci sto bene come il pepe ( o era il sale? o era altro?). Ho una pagina Facebook ( e questo è semplice, lo uso da parecchio!), ho un account Pinterest ( e questo è un po’ meno semplice.. c’ho messo un po’ per capirlo e sinceramente ancora ci sto lavorando.. ), ho Instagram ( che adoro e ne abuso senza sosta!)e da una decina di giorni Twitto pure!!
Quest’ultimo è quello che mi da più soddisfazioni, all’inizio ne ero intimidita: me ne stavo lì a leggere tutti i tweet degli altri.. sai, sono persone che non conosci e quindi non sapevo se potevo intervenire o far solo da lettrice silenziosa e poi mi sono lanciata perché mi son detta se questi twittano è per avere un pubblico no? altrimenti avrebbero un diario segreto chiuso nel cassetto del comodino non una pagina pubblica aperta a tutti! Non twitto molto ancora ma pian piano sto prendendo confidenza e mi diverte: devi dire qualcosa in 140 caratteri, qualcosa di tuo che può essere che stai lavando i piatti o scoprendo la cura per la palpebra calante, e gli altri possono ritwitterarti o risponderti o mettere un “mi piace” (che in twitter sarebbe metterti 1 stellina=1 preferito ) o non cag**ti di striscio e tu a tua volta fai lo stesso. E’ più diretto rispetto a facebook, i tweet possono essere anche 20 al giorno e interagisci con moltissime persone scegliendo chi seguire in base ai tuoi interessi, alle esperienze comuni o anche semplici simpatie. Ma poi.. quanto suona bene dire : io Twitto? ok ok sto ammattendo!!
Se ci siete anche voi battete un colpo, se non ci siete potreste iniziare questa nuova avventura tecnologica con la sottoscritta! Qui a destra troverete tutti i bottoni per raggiungermi o cercate Buongiorno Milwaukee e apparirò! E comunque alla fine ci troveremo sempre qua se passate a trovarmi! ;)

Ps Ma voi che rapporto avete con i social network? perché io ne sto diventando dipendente.. OMG ..diventerò come quegli ossessionati dal free wifi ovunque!! Salvatemi o annegateci con me che in tanti ci si sente meglio..

mercoledì 1 maggio 2013

Chicago by Day #01

Quando ho saputo che saremmo partiti per gli States cercai dove cavolo fosse Milwaukee ( non vi dico il tempo che c’ho messo a ricordarmi come si scrive) e tra le varie cose scoprii che distava solo 1 ora e mezza di auto da Chicago e ora finalmente (FINALMENTE!!) si presenta una domenica degna di essere considerata primaverile per poterci andare.
Prima di tutto occorre che decidiamo come arrivarci: treno, bus o auto.
Il treno è comodissimo, la stazione è vicina a casa e possiamo raggiungerla anche a piedi ma è abbastanza caro: andata e ritorno per una persona costa $48, il bus è molto più economico perché costa a testa $18 ma con entrambe le opzioni saremmo legati ad orari e scegliamo l’auto. Parcheggiare a Chicago non è un problema, lo è non lasciarci il portafoglio perché una giornata può costare anche $30/$40 ma, grazie ai consigli di Claudia, ne troviamo uno a $14 per tutto il giorno e vicinissimo al centro.
Partiamo in auto, guido io, mi piace guidare e qui lo si fa benissimo: poco traffico e tanto spazio. Il tempo avrebbe dovuto essere stupendo e invece partiamo con le nuvole: il mio I-phone prevede nuvole e sole mentre quello di Andrea pioggia, bene!
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