lunedì 1 aprile 2013

Che lo spettacolo abbia inizio!!

Sabato saremmo voluti andare a Chicago date le alte temperature (si prevedeva di sfiorare i 10°!!) ma la nana non è stata bene in settimana quindi non ce la siamo sentiti di lasciarla sola tutto il giorno. Dei colleghi del marito gli avevano accennato della partita di basket che si sarebbe tenuta il sabato sera, non tanto per la partita in se ma perché alla serata avrebbe partecipato in qualità di ospite il rapper Vanilla Ice.. qualcuno lo ricorda? forse le note di “Ice Ice Baby” potrebbero risvegliarvi memorie del lontano 1990 o magari vi è balenata la sua immagine mentre interpreta se stesso nel film “Ninja Turtles” nel 1991! Nel Bel Paese sembra che negli anni dopo non abbia infiammato animi come in America dove continua ad avere fan di nicchia per i quali organizza concerti per tutto il Paese. E allora eccolo alla partita NBA dei Bucks di Milwaukee contro i Thunder di Oklahoma City!
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Dopo aver fatto un po’ di commissioni, verso le sei, siamo andati a comprare i biglietti e potevamo prendere quelli a livello del campo sui 150$/200$ (@!?!!@@) a testa oppure scegliere quelli in scalinata e così abbiamo fatto: 29$ in due: già ci immaginavamo dietro al pilastrone con colli allungati e strizzate di occhi per capire dove fosse il campo, però per la prima volta poteva andare.. giusto per capire un po’ la situazione.
Alle 7.20 p.m. arriviamo davanti allo stadio ( dista 20 minuti nemmeno da casa nostra a piedi) e fiumi di gente si accalcano alle entrate dove defluiscono all’interno molto velocemente. Superata la prima porta una guardia ci chiede di stendere le braccia in avanti e ci passa il metal detector, mi chiede di aprirle la borsa e ci lascia andare a quella dopo che controlla il nostro biglietto e siamo dentro! Nella hall ci accoglie una band e dei ragazzi che ci consegnano dei poster dei Bucks ( inutile a dirlo che noi tifiamo per loro!) e saliamo le scale attraversando i vari livelli dove ci fermiamo in un negozio per comprare il mitico ditone ( depennato dalla lista!)
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Solo dopo aver pagato ci viene il dubbio che potremmo essere nel settore degli avversari e che forse non era il caso.. ma oramai il danno è fatto e cerchiamo la nostra entrata dove un addetto gentilissimo ci indica il nostro posto. Mi volto per iniziare la scalinata e vengo presa dal panico tanto che mi aggrappo alla ringhiera e lentamente salgo presa da vertigini di cui non ho mai sofferto. Sì, perché le sedute in cima sono molto ripide per permettere un’ottima visione, e vi assicuro che si vede bene tutta la partita, ma io ho passato i primi due tempi praticamente paralizzata, schiacciata nella mia seduta, perché avevo la sensazione di volare giù al minimo movimento.
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Quando mi sono tranquillizzata ho iniziato a godermi la partita: e che partita!!
Alle 7.31 p.m. i giocatori delle due squadre sono entrati in campo con tanto di banda, cheerleaders e mascotte della nostra squadra. Finito l’ambaradan, un bambino di circa dieci anni ha cantato l’inno nazionale.. pelle d’oca: tutto lo stadio ammutolito e in piedi ( mi sono alzata anche io piantando due unghie nel braccio di Andrea!). Inizia la partita!
I timori per il nostro palese tifo si sgonfiano subito: a destra ho tre tifosi dell’altra squadra che mi sorridono beatamente ogni volta che alzo il ditone, sotto una famiglia con due bambini della nostra tifoseria, di lato una famiglia divisa nelle due fazioni: uguale che negli stadi italiani.. e non mi prolungo sul discorso.
Ma i cori da stadio? gli incitamenti? il trambusto a cui siamo abituati noi dov’è? Tutto molto tranquillo se non all’apparizione sul maxi schermo di incitazioni come “Make noise”, “Get loud”, “Enjoy hoops better”, “Defense” e allora tutti in coro ( i tifosi dei Bucks, perché erano rivolte solo alla squadra di casa) si animano e rumoreggiano sulle note di "We Will Rock You" dei Queen, oltre che educatissimi “nooo” ai punti degli avversari e “buuuu” ai tiri da fallo. Wow.
La partita in sé è durata 48 minuti effettivi: 4 tempi da 12 minuti l’uno, con 2 time-out totali ogni quarto. Ma in queste pause e tra i tempi è successo di tutto.. ma davvero di tutto!!!!
Ad esempio due bambini bendati sono stati portati in mezzo al campo dove hanno incontrato il padre militare che è tornato dopo dieci mesi in Afghanistan. Commentiamo? no, andiamo oltre: si è vinto viaggi con la squadra, biglietti, gadget scesi sul pubblico con piccoli paracaduti o sparati da un piccolo cannone ad aria o lanciati da cheerleaders, ragazzi e mascotte, e ancora: Bango, la nostra mascotte, calata dal soffitto che coinvolge pubblico facendo fare tiri a canestro nei break, cheerleaders che intrattengono ballando e la banda suonando, dirigibile gonfiato e telecomandato che sopra le nostre teste spara biglietti ( non abbiamo capito per cosa), pubblico inquadrato mentre balla e ancora coppie inquadrate che si danno il bacio, scenette di Bango che ruba il carrellino delle patatine e le distribuisce al pubblico.. di tutto e di più!
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E nella pausa più lunga.. palchetto montato in velocità, luci soffuse e occhi di bue colorati al centro, cannoni spara fumo : Vanilla Ice appare con al seguito cheerleaders e ballerini di breakdance e fa implodere lo stadio cantando tre canzoni di cui la più famosa appunto “Ice Ice Baby” risalente a vent’anni fa..


Conclusioni: abbiamo perso. Di dieci punti. (E ti pareva che alla nostra prima partita potevamo vincere? noooo.. macché!) ma torneremo perché c’è piaciuto molto.. certo.. il contorno alla partita è.. americano.. ma ci sta! siamo in America! è stata una serata piacevole e ve la consiglio se vi capita!!
Ah, sì! il tutto è finito alle 10 p.m. passate.. fate voi due calcoli sulle tempistiche.. ;)
ps.. la foto con il ditone l’ho fatta alla fine di tutto, dopo aver aspettato che tutti se ne andassero così da poter scendere la scalinata adagio adagio.. lentamente e aggrappata alla ringhiera.. peccato lo stadio vuoto sullo sfondo, ma piano piano prenderò confidenza.. o scenderemo nell’altro settore! 

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