venerdì 10 maggio 2013

Bandiere e fumogeni? no grazie, noi birre e hamburger!

Lo sport nazionale italiano? il calcio. Lo sa anche un neonato! Eh sì, perché sicuramente lui avrà nell’armadio una baby casacca della squadra preferita del padre che, sperando in un campione, lo inciterà già nei primi passi a calciare la palla. A cinque anni porterà la divisa dei pulcini e insieme ad altri buffi nanetti rincorrerà una palla enorme non sapendo bene da che parte andare. A dieci avrà già finito 3 album di figurine, litigherà con i compagni sulla propria squadra del cuore e nelle partite in cortile mirerà gli stinchi dei più antipatici. A quindici il sabato pomeriggio avrà la morosina sulle tribune e il padre che gli intima con una foga da infarto di centrare quella benedettissima porta. A venti il genitore si sarà messo il cuore in pace e il figlio sfogherà tutta la sua frustrazione del potevoesserciioincampomamisonfottutotuttiedueilegamenti in compagnie di ultras sfegatati che seguiranno per tutto lo stivale la propria squadra. A venticinque mollerà un po’ la presa per corteggiare una donzella e a trenta, sposato, avrà gli allenamenti di calcio due volte a settimana, la partita il sabato pomeriggio con l’aperitivo post partita, la Champion il sabato sera, la partita da vedere in tv la domenica e la sera seguiranno tutti i programmi tv che ne parlano. Dai trentacinque ai quaranta ci saranno le partitelle a cinque infrasettimanali e il l’imperdibile derby, che appunto non si può assolutamente perdere, e infine si ricomincerà da capo alla nascita del figlio maschio.

Sicuramente anche gli altri sport avranno il proprio iter ma io di questo sono stanca e non ne posso più! Lo seguo solo quando gioca la nazionale ma per il resto cerco di boicottare qualsiasi attività inerente al calcio. E per fortuna che in America è molto meno quotato e sono più seguiti altri sport come il basket che ho già visto e ve l’ho raccontato qui e il baseball a cui ho assistito pochi giorni fa per la prima volta.
La partita inizia alle 7 p.m. ma dobbiamo arrivare alle 6 per incontrarci con altri e scegliamo il parcheggio esterno ( 10$ contro i 18$ di quello sotto lo stadio). La piccola passeggiata fino allo stadio risulta essere particolare perché nei parcheggi assistiamo a veri e propri bivacchi attrezzati con barbecue, sedie, tavoli da campeggio e giochi: gruppi di ogni età sono riuniti davanti alle proprie auto gustandosi birre fresche da minifrigor e hamburger appena fatti! Ma non dieci persone.. centinaia!! Ed è mercoledì.. chissà il weekend!

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Arriviamo all’entrata affamatissimi, dati i profumi che olezzano nell’aria, e seguiamo i nostri Ciceroni fino ai posti sulla terrazza esterna di un ristorante appena sopra l’aerea di allenamento dei lanciatori della squadra di casa: niente vertigini questa volta! Pazientemente ci spiegano tutto quello che accade in campo anche se le regole sono moltissime, ma almeno riusciamo a capire le basi per seguire il punteggio: è uno sport lento o meglio, come lo definiscono i nostri accompagnatori americani, easy.
La partita dura all’incirca tre ore ma non ha limiti di tempo: ci sono 9 inning e non si può terminare in pareggio quindi si va avanti ad oltranza ( nel 1981 i Red Sox e i Red Wings giocarono per 32 inning fino alle 4.07 del mattino dopo 8 ore e 25 minuti di partita: chiusero in parità e si fermarono solo perché il giorno dopo era Pasqua, ripresero il 33 inning due mesi più parti con la vittoria dei Red Wings). La partita Milwaukee Brewers ( birrai?!) contro i Texas Rangers (di Chuck Norris?!) hanno visto questi ultimi vincere 1-4.. non gli abbiamo portato gran fortuna! baseball2

A causa del lungo gioco c’è meno intrattenimento extra rispetto al basket: un giro di pista di un uomo baffuto su una Harley, dei ragazzi sbandieratori e intorno al sesto inning una simpatica corsa di cinque salsicce giganti cioè la Sausage Race! E’ iniziata nel 1990 come forma promozionale per la Klement’s Sausage Company, azienda di Milwaukee che serve le sue salsicce all’interno del Miller Park Stadium, per poi diventare una consuetudine in tutte le partite giocate in casa dai M. Brewers. La gara prevede la partecipazione di cinque persone vestite da salsiccia gigante: quella italiana, quella polacca ( che in quest’occasione mancava all’appello e non se ne sa ancora il motivo), quella tedesca the bratwurst, l’hot dog (aggiuntosi a metà anni ‘90) e quella messicana the chorizo, arrivato nel 2001. E qui fortuna l’abbiamo portata perché ha vinto quella italiana(mi spiace nelle foto si vede poco, farò meglio la prossima volta).
Depennato anche questo dalla mia lista ma torneremo sicuramente perché ci hanno promesso un bivacco al parcheggio pre-partita come i veri americani e non me lo voglio perdere!!

Come sempre non poteva mancare la Kiss Cam.. vi lascio questo video, che ho trovato su faccialibro grazie a Mauro, con un finale un po’ diverso dal solito bacio..

kiss cam

10 commenti :

  1. Qui ho visto succedere lo stesso (i camper con barbecue e i gruppi che friggono patatine) nei parcheggi attorno allo stadio del football americano, ovviamente seguitissimo!!

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  2. ....noi in Italia siamo rimasti attaccati alle vecchie tradizioni.....ci sfracassiamo di botte tra noi ultras, spacchiamo tutto quello che ci capita a tiro, diamo fuoco ai cassonetti e al poliziotto di turno che a torto, ci manganella lo portiamo in tribunale, vincendo pure la causa.
    In perfetto "italian style".

    ;-) (quello accanto vuol essere un sorrisetto ironico)

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    1. siamo un paese civilissimo quando si tratta di calcio.. vero MaryA? ;-)

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  3. Nada, il calcio non mi ha mai presa, ma credo che Brewers diventeranno la mia squadra di baseball preferita: quanto è geniale chiamarsi birrai? ma soprattutto quanto è figo avere una corsa della salsiccia?

    Sei andata a vivere nella città più figa degli USA!

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  4. Il TAILGATE PARTY è una religione qui. Cerca su wikipedia (o sul mio blog!)

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  5. ciao Greta...nel raccontare la storia del calcio italiano hai dimenticato ...di dire delle litigate delle moglie o madri.. con i propri mariti.....io odio il calcioooooooo ho sposato un tifoso bresciano...e mi tocca sopportare tutte le sue ansie gioie e pianti ...da ben 23 anni....povera me...e ora sta addomesticando anche la iena...che con i suoi 4 anni già mi chiede andiamo allo stadio..noooooooooooooooooooooooooooooooooo quindi tu goditi altri sport finchè sei dall'altra parte del mondo..baci elisiana

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    1. hai tutto la mia più piena comprensione.. e cerca di boicottare la passione appena nata nella "iena"!! ;) anche perché gli ultras bresciani (al pari di quelli di Bergamo) spesso allo stadio ne combinano di ogni.. quindi uno prima di andare con la famiglia a godersi una partita deve anche vedere che vento gira nella curva! :/
      qui tutti piacifici, tante famiglie e tanti bimbi.. 1-0 per l'America! ;)

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